Due notizie trovate su Punto Informatico danno l’idea della distanza tra le posizioni dell’amministrazione americana e quelle europee in materia di protezione dalla copia. Da noi fortunatamente le legislazioni non permettono quelli che secondo me sono dei veri e propri abusi legali delle Major. Negli Stati Uniti purtoppo la posizione delle autorità è completamente in sintonia con la paranoica visione del mondo dell’industria dei media, e sono diciottomila le cause in corso per download illegale, anche a carico di minorenni.
Negli Stati Uniti la Corte Federale di New York ha confermato la condanna al pagamento di settecentocinquanta dollari per ogni canzone scaricata da una giovane, per un totale di trentamilasettecentocinquanta dollari, nonostante la campagna di sensibilizzazione organizzata dalla madre assieme ad altre madri nelle stesse condizioni.
In Italia due ragazzi furono condannati sia in primo che in secondo grado per aver usato le strutture dell’università per diffondere materiale protetto da copia. Oggi la Cassazione cancella le sentenze precedenti sostenendo che il download in sè non può essere considerato reato, se non accompagnato da una diffusione "attiva" del materiale scaricato.
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