Rostov

Non sono mai stato con una delegazione ufficile; devo dire che ci sono diversi vantaggi in ciò. Puoi alloggiare in un albergo di lusso, incontrare il ministro dell’industria, mangiare il miglior storione della regione e farsi scarrozzare con SUV extralusso.

Per contro ti può capitare che a colazione l’unico yogurt diponibile sia traboccante di bifidus actiregularis (pure qui, arrghhh!!!) e assolutamente immangiabile, che ti tocchi ascoltare le peggio str*****e sulle opportunità imperdibili delle nuove tecnologie, che ti constringano a vestirti da simil-cosacco con handicap gravi e bere vodka in quantità da suicidio ed a frantumarti le ossa andando a centocinquanta chilometri orari su mulattiere sconnesse.

Probabilmte sono proprio diventato vecchio e rimbambito, ma in certi momenti mi sono ritrovato a provare nostalgia di casa. Mi consolo con la connessione wireless che l’albergo mette a disposizione nelle camere per venticinque centesimi di euro ogni megabyte di traffico, e con la quale riesco a postare questo messaggio e a sbrigare via ssh la normale amministrazione sul server di casa.

Per il resto la regione di Rostov offre un panorama non diverso dalle altre zone della Russia che ho già visitato: casette ad un piano con finestre ad arco e, talvolta, colori vivaci in mezzo ad una campagna tanto promettente quanto maltenuta, inframmezzata da poche industrie che fanno del loro meglio per raggiungere il nostro standard di inquinamento. Ma forse è la vodka che mi fa vedere tutto grigio: domani quando mi sveglio e sarà tutto migliore.

PS: in realtà questo lo avevo scritto due giorni fa, ma la connessione è stata assente fino ad oggi.

PPS: dimenticavo, al risveglio, a parte il mal di testa, le cose andavano decisamente meglio.

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