Ragazzi di vita

In questo romanzo Pasolini descrive la vita della Roma povera negli anni del dopoguerra, attraverso gli occhi di ragazzi sottoproletari che non sono mai stati bambini e a cui è negata una gioventù degna. Violenze gratuite si si mischiano a patetiche generosità, in un susseguirsi di episodi tra il comico ed il grottesco.

Eppure anche nelle situazioni più tragiche non vi è ombra di commiserazione o condanna nelle descrizioni del nostro mentore, ma piuttosto lo sguardo disincantato delle madri di questi giovani, abbruttite da miseria e ignoranza, e senza altro da dare loro se non la consapevolezza che nessuno li aiuterà a cavarsela. Ed il libro diventa infatti una cruda denuncia, tanto scomoda che Pasolini, nonostante lo avesse preventivamente censurato, subirà per esso un processo per oltraggio al pudore.

Nell’opera non mancano comunque momenti lirici, ad esempio nelle descrizioni di un paesaggio che, anche se degradato, riesce a toccare il cuore dei protagonisti, oppure in episodi come la morte di Amerigo, in cui la bravura dell’artista riesce a far esprimere con credibilità ai protagonisti pensieri e sentimenti che avremo escluso potessero avere.

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