Pelosa sorpresa

A ben pensarci la mia sorpresa è che il buon Michele si sorprenda, nel suo articolo, di un fenomeno che già molti avevano denunciato: l’anafabetismo colto, la nascita di una nuova classe di laureati a basso costo che falliscono nel compito di comunicare con gli altri in modo intelligibile, o forse che si adeguano alle nuove forme di comunicazione: non vale oggi forse più un’immagine di cento parole?.

Sono uscito da poco dal percorso di studi che sempre più giovani affrontano nell’università italiana e l’impressione finale è stata francamente di delusione. Oltre ad una strana sensazione di fregatura comparando, come gli stessi docenti mi hanno insegnato, i soldi spesi con l’insegnamento ricevuto. Basandomi su un’esperienza lavorativa pluriennale nel ramo del mio corso di studi, la gestione aziendale, definirei bonariamente il contenuto di molti corsi “fuffa“, mentre per altri userei aggettivi più forti, visto che danno allo sprovveduto studente informazioni sbagliate, quando non dannose, sulla realtà che si troverà ad affrontare.

L’entusiasmo con cui in ambienti accademici si era salutato l’inizio di questo nuovo ordinamento, già allora da alcuni contestato, è andato via via scemando, e la mia impressione sul campo à che molti professori, magari anche capaci, siano oggi demotivati da un sistema che li vuole sempre più burocrati e sempre meno formatori. Insegnano con slide standard e interrogano con questionari a crocette, essendo obbligati a sfornare laureati in quantità industriale con risorse sempre più scarse.

Tutto questo a che pro? Ce lo spiega molto bene un moderno responsabile delle risorse umane nell’articolo citato:

Noi cerchiamo bravi venditori. Quello che deve discutere con i dirigenti della Snam è meglio sappia i congiuntivi. A quello che deve convincere un capocantiere della Tav forse serve di più un buon paio di stivali di gomma

Per dirla con Kekule l’industria, che oggi sinergicamente paga l’università, preferisce una massa di albanelli di belle speranze da rinchiudere a vita in cubicoli con incarichi e trattamenti da scimmia ammaestrata, mentre i pochi esseri in grado di esprimere concetti complessi li possono recuperare al LUISS o altre università di serie A.

In questo modo riescono inoltre a far contenta la mamma che vede il figlio passare millanta esami al giorno, e ad abbattere le statistiche della disoccupazione giovanile, promuovendo l’università a moderna e pacifista alternativa alle carriere nell’esercito.

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