Mi ricordo che alle elementari studiavamo come l’uomo antico fosse nomade e dovesse muoversi dietro al cibo, mentre poi un pò alla volta imparò a far nascere il cibo dove lui si trovava, e di come in seguito ci fossero state dispute territoriali tra stanziali e migratori.
Mi ricordo anche i film sull’epopea dei colonizzatori, popolazioni intere che, con la benedizione di re e papi si spostavano alla conquista di terre libere (il punto di vista dei popoli che allora vi abitavano è un pò diverso, ma sfortunatamente non c’è alcun libro di storia a raccontarlo).
Ricordo infine che dieci anni fà, non nel medioevo, in Germania mi capitò di raccogliere un autostoppista di 18 anni, vestito come Hansel e Gretel, il quale mi spiegò di essere un carpentiere ambulante (l’espressione tedesca me la sono dimenticata), di venire dall’India, e di come al suo paese fosse usanza che tutti i ragazzi della sua età trascoressero almeno un anno lontano dalla famiglia arrangiandosi a vivere da soli guadagnandosi il pane e lavorando nei paesi dove gli capitava di arrivare. La cosa mi costrinse a ricredermi di tutto quello che fino ad allora avevo pensato di male sui tedeschi.
Ma giuro non ricordo da quanto tempo l’essere nomade sia diventato un reato. Da quando la barbarie abbia preso il sopravvento al punto da imprigionare una persona per il solo fatto di essersi mosso dal posto in cui è nato. Quando ero giovane leggevamo inorriditi di come in Unione Sovietica per andare a trovare i parenti fosse necessario un permesso governativo. Ora da noi non esiste alcun permesso per fare ciò anzi chi ci prova viene rinchiuso in posti orribili e privato di ogni dignità.
Chi ha dato inizio a tutto ciò e come è riuscito a tirare così tante persone dalla sua parte?
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