“Se non la smetti ti smonto“. Quelli del McDonald’s non la smisero e José assieme ad altri amici lo fecero: smontarono un McDonald’s. Per questi fatti José Bové venne arrestato e dopo un processo di grande risonanza mediatica scontò una codanna a tre mesi di carcere. Divenuto uno dei simboli della lotta antiglobalizzazione diede alle stampe assieme a Francois Dufour, un’altro dei partecipanti a quell’impresa, “Il mondo non è in vendita” in cui il condannato lanciò la sua condanna contro una scellerata politica agricola che per salvaguardare l’interesse di pochi industriali condanna la maggioranza alla fame, e fa scempio di risorse già tanto scarse.
Secondo gli autori la corruzione parte in primo luogo dallo snaturamento del ruolo del contadino, il quale non vede più la terra come un alleato da rispettare, ma come una cosa da sfruttare per i propri interessi. Dice Francois:
Ormai è molto tempo che gli agricoltori non hanno né l’orto né animali da cortile. […] Era un’azienda agricola con trecento ettari di terreno tutti coltivati a cereali, e non c’erano né galline né conigli. Allora ho chiesto: “Ma come mai non avete qualche gallina per voi?”. Mi hanno risposto: “E quand’è che andiamo in vanza?”.
Ma conosco anche storie peggiori: ci sono agricoltori che non osano dare da mangiare ai propri figli ciò che allevano o coltivano.
Quella contro gli OGM è un’altra battaglia a cui gli autori dedicano grande spazio:
La tecnologia degli OGM va di pari passo con la possibilità di brevettare le forme di vita. […] Dal punto di vista etico, depositare un brevetto significa affermare il diritto di proprietà su un essere capace di riprodursi all’infinito senza alcun intervento dall’esterno, significa dunque essere proprietari della vita: un concetto che rimanda a considerazioni filosofiche e religiose.
Ed ancora, contro l’agricoltura sovvenzionata:
Commercio equo significa pagare la merce al costo reale di produzione, mentre attualmente i prezzi modiali dono di dumping: artificiali, fissati dai paesi ricchi grazie agli aiuti alle esportazioni o ad altri aiuti interni mascherati.
Un libro insomma che ci aiuta a mettere insieme i tanti pezzi del mosaico che oggi chiamano globalizzazione, per mostrarci il suo vero volto, un volto per niente rassicurante.
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