Il Baldo era già un mito prima che io avessi dieci anni. Aveva quasi la mia età ma sembrava che avesse vissuto già due o tre vite, perchè sapeva sempre rispondere a tutte le domande. Il Baldo riusciva ad essere per noi padre, fratello, amico e molto altro.
Il Baldo non aveva un padre, aveva una madre ed una sorella e lui era sempre stato l’uomo di casa. In compagnia il Baldo era sempre il capo; era conosciuto per i suoi balzi con cui si arrampicava dappertutto, come un gatto. Il Baldo non uscì mai dal paese: una volta fummo sul punto di convincerlo a venire in Francia a fare la vendemmia, ma all’ultimo minuto rinunciò. Il Baldo non andò mai a votare, e se ne vantava. Le leggende narravano che il Baldo si vendesse alle signore nei night per una sacco di soldi.
Il Baldo non prese mai la patente, non gli serviva perchè con la sua “Primavera ET3” riusciva a fare tutto, anche quando ebbe una famiglia. Il Baldo si bucava, come tutta la compagnia del resto, ma era l’unico tossico che, anche da fatto, saltava come una molletta. Il Baldo aveva solo storie tranquille, qualche furtarello forse, ma ebbe sempre un lavoro, non tirò mai pacchi agli amici, e non causò mai guai alla sua famiglia. Quando venne il momento si fece passare la sua scimmia da solo, senza centri di recupero od ospedali. Il Baldo faceva il meccanico, ma avrebbe potuto benissimo fare l’astronauta con la testa che si ritrovava.
Il Baldo morì che non aveva ancora trent’anni: l’AIDS se lo portò via sei o sette anni dopo il suo ultimo buco, in pochi mesi. Il Baldo lasciò una moglie ed una figlia bellissime, che non ho mai più rivisto dopo il suo funerale. Ricordo il Baldo sorridente sul suo letto di morte: era lui a fare coraggio a noi, come al solito. Sul suo volto non trovai tristezza o paura, ma lo stupore di essere intrappolato in quel corpo strano che non gli permetteva più i suoi leggendari balzi.
Questo Natale lo dedico a lui, al Falchetto, al Walterone, al Poppi, al Cocò, al Biondo e al Grog. Non è tristezza la mia, badate bene, forse rimpianto, e comunque gioia per aver partecipato a quell’epopea che un giorno spero di avere la capacità di raccontare.
PS: il post di Natale non lo volevo scrivere, poi ho visto il Post sotto l’albero 2006 e mi sono convinto che sarebbe stata un’occasione perduta. BUON NATALE!
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