Il risultato del secondo turno delle elezioni presidenziali in Iran ha riservato qualche sorpresa, più gente è tornata a votare e ha portato alla vittoria il candidato riformista Masoud Pezeshkian.
Nonostante questo risultato sembra però difficile che la attuale situazione di isolamento e difficoltà economica possa cambiare a breve, per motivi sia di politica interna che di politica estera. Come dice Riccardo, il fatto che un moderato sia arrivato alla presidenza non sigifica che poi possa decidere lui, in Iran comunque la guida suprema Ali Khamenei conta di più, e Pezeshkian dovrà quantomeno concordare ogni sua mossa con lui.
Oggi il conflitto tra Isreale e Hamas, a cui si è aggiunto quello con Hezbollah, forse più importante per il regime Iraniano, ha grande parte nella retorica del regime e fino a che la crisi permarrà ai livelli attuali o peggio sarà difficile che possa avvenire una qualsiasi apertura verso le nazioni occidentali. L’Iran continuerà a rivolgersi a Russia e Cina per gli aiuti, salvo poi svenarsi per procacciarsi tecnologia occidentale per i suoi impianti industriali e non.
Inoltre sullo sfondo avanza l’ombra di un altro quadriennio di presidenza USA a guida Trump, che metterebbe una pietra tombale sopra alle speranze di un allentamento delle sanzioni nel breve periodo.
Il prossimo futuro quindi sarà ancora molto incerto per gli amici che ho in Iran. L’aumento di votanti al secondo turno mi fa pensare che le persone ci credano ancora nonostante tutto. Spero che la loro pazienza verrà premiata prima o poi.
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