Da "La Repubblica" di oggi leggo che l’editore ha dedotto dalla tredicesima mensilità il corrispettivo delle giornate di sciopero effettuate durante quest’anno, spendendo per fare le deduzioni più di quanto abbia ricavato con le deduzioni stesse. Un episodio che evidenzia, se ce ne fosse bisogno, la volontà di rottura della FIEG, al di là delle nobili parole che usano per giustificarsi.
Qualche tempo fa lessi che i proprietari dei giornali sono nella maggior parte dei casi industriali o finanzieri che non fanno di queste aziande il loro core business, ma utilizzano la carta stampata come strumento per le loro politiche, e questo tra l’altro giustifica in parte lo stato pietoso della stampa quotidiana italiana.
Gli stessi industriali sono impegnati da anni, e noi metalmeccanici lo sappiamo bene, nell’opera di scardinamento del sistema dei contratti collettivi. Quindi è molto probabile che quella dei giornalisti stia diventando una trattativa "pilota": se riescono con loro molto presto sarà il turno degli altri.
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