L’attentatrice

Ci vuole molto coraggio oppure una sfrontata incoscienza per affrontare il tema di questo libro: la tragedia degli attentati suicidi in Israele, e lo scrittore algerino Moulessehoul sembra possederli entrambi. Con leggerezza egli entra in questo terreno minato regalandoci uno scorcio dell’inferno in cui il chirurgo arabo Amin Jaafari, il protagonista, viene trascinato quando scopre che sua moglie è l’autrice di un’attentato che fa strage di innocenti in un ristorante, tra i quali anche una scolaresca in gita.

Inferno spaventoso e incomprensibile per Amin, il quale, nonostante le sue origini, è riuscito ad integrarsi nella società israeliana, tanto da diventare uno tra i più stimati dottori dell’ospedale dove opera, e da avere amicizie fraterne con colleghi e poliziotti ebrei a cui ha fatto del bene. Da questo abisso il dottore tenta di risalire ripercorrendo con tenacia i sentieri seguiti dalla moglie, fino a trovarsi sull’orlo e poi a cadere in un abisso ancora più grande ed orribile: quello dell’annientamento di un popolo.

In questo romanzo troverete un buon thriller, con continui colpi di scena, troverete una acuta analisi psicologica dei vari personaggi, ma non aspettatevi imparzialità: non penso sia possibile quando si affrontano argomenti come questo.

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