La generazione degli anni perduti

I movimenti della sinistra extraparlamentare degli anni settanta sono oggi ricordati per aver generato il terrorismo, mentre pochi sono disposti ad ammettere che hanno sviluppato una critica originale al sistema politico. Quindi questo libro di Aldo Grandi è doppiamente prezioso perchè, oltre a costituire una eccezionale testimonianza storica, riprende le fila di quella analisi e di quella critica attraverso la storia di uno dei gruppi che più hanno influito in quella stagione: Potere Operaio

Il gruppo aveva avuto nella sua genesi un punto di contatto con la figura di Giangiacomo Feltrinelli, editore e rivoluzionario. Pur nella lontananza delle posizioni, PotOp e i Gap di Feltrinelli avevano come obiettivo comune quella rivoluzione del proletariato che avrebbe dovuto portare giustizia in un mondo in cui appartenere alla classe operaia era ancora poco meno di una colpa.

Grandi raccoglie tra il duemilauno e il duemiladue la testimonianza diretta dei protagonisti di quella stagione: Piperno, Scalzone, Morucci, Dalmaviva, Pace, Sofri e molti altri, interni ed esterni al movimento, e ne ricava una ricostruzione fedele della parabola di questo gruppo. Dal millenovecentosettanta, in cui li troviamo a volantinare ed organizzare gli operai della FIAT di Torino, alla organizzazione in cellule in molte regioni per diffondere l’ideale rivoluzionario, fino alla disgregazione finale, generata anche dal rogo di Primavalle.

Il processo cosiddetto "7 aprile" mise molti dei protagonisti di fronte alle loro colpe, vere o presunte, che essi pagarono con il carcere o con l’esilio. Questi fatti costituiscono una parte della nostra storia frettolosamente rimossa, e la loro conoscenza potrà aiutarci a comprendere, al di là di facili condanne od assoluzioni, una stagione segnata dalle passioni e dall’impegno di questa generazione perduta.

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