In occasione della recente crisi di governo è tornato alla ribalta un personaggio che rappresenta, nel bene e nel male, un pezzo rilevante della storia italiana: il senatore Giulio Andreotti. Ed allora può essere utile per gli smemorati "Il Processo: Giulio Andreotti sotto accusa a Palermo" scritto da Pino Arlacchi, sociolgo e profondo conoscitore dei problemi di mafia. L’opera, edita nel 1995 da Rizzoli quando ancora il processo non si era concluso, ripercorre i fatti che hanno legato il Divo Giulio, al di là di ogni giudizio che si possa dare, ad alcuni tra gli episodi più tragici e oscuri della nostra storia recente: il caso Sindona, la P2, il delitto Pecorelli, il sequestro Moro, il caso Lima ed il caso Carnevale.
Come sappiamo il processo si concluse poi con un’assoluzione per insufficienza di prove, ma la sentenza di appello del duemilatre parla di "una autentica, stabile ed amichevole disponibilità dell’imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980". Sotto processo non era solo il senatore Andreotti, ma una grossa parte dell’Italia, dal dopoguerra ad oggi; il processo non poteva quindi avere altra conclusione possibile, dato che era lo stesso imputato a processare se stesso. Il fatto stesso che il processo sia stato istituito rappresenta comunque un segno di cambiamento. Cambiamento che, per Arlacchi, è stato possibile grazie alla caduta di due tabù: il rifiuto di credere all’esistenza di una società criminale segreta, infranto nel 1984 da Tommaso Buscetta, ed il rifiuto dell’esistenza di rapporti stretti tra mafia e politica.
L’Italia non è comunque ancora a riuscita a chiudere i conti con questa parte della sua storia, ed ancora oggi vaste aree del suo territorio risultano nei fatti controllate da un potere che personaggi come il senatore Andreotti hanno contribuito a perpetuare. Ed è anche significativo che questo libro, così come tante altre opere scritte sull’argomento, sia introvabile sui cataloghi e nelle librerie. Ai fortunati che riusciranno a trovarlo in qualche previdente biblioteca consiglio di non farselo scappare.
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