Ha suscitato scalpore in rete l’intervista che l’ex ministro leghista Roberto Maroni ha rilasciato a Vanity Fair di questa settimana, in cui dichiara di copiare musica illegalmente.
Per nulla turbato dal fatto che la famigerata legge Urbani riguardante "interventi per contrastare la diffusione telematica abusiva di materiale audiovisivo" sia stata votata con il pieno sostegno del suo partito, e che la stessa legge definisca questa pratica illegale e punibile penalmente, il ministro, parlando della musica che ascolta, dichiara:
La scarico illegalmente, è ovvio. […] Io sono per la libera scaricabilità della musica.
[…] mi autodenuncio e spero che mi legga qualcuno della Guardia di Finanza. Così, finalmente, il caso finisce in parlamento
Non lo sfiora nemmeno il dubbio che se parlava lui in parlamento, quando noi lo pagavamo per quello, forse a questo punto la cosa sarebbe già risolta. E nemmeno pensa che qualcuno possa trovare quantomeno bizzarro il fatto che la musica prodotta dal suo gruppo musicale, ampiamente pubblicizzato nell’articolo, sia tutt’altro che liberamente scaricabile.
Ma non è la sola cretinata che il nostro intrattenitore spara. A proposito dello sganciamento di Bossi dai programmi di secessione:
Bossi dice queste cose per sondare gli umori della base […]
Come dire "non fate caso alle str*****e che diciamo."
Sulla dichiarazione di indipendenza, strombazzata anni fa dalla Lega a Venezia:
La Costituzione l’avevo scritta io, mutuandola da quella americana […] per coprirmi le spalle: così se ci avessero attaccato, avrei potuto zittire i critici.
Traduzione: "è molto meglio copiare, anche se non ci capisco una mazza."
Ma l’apoteosi si raggiunge con:
Noi padani ci sentiamo un pò come i negri: bistrattati e sfruttati.
Tutti di corsa a scrivere cartelli "Vietato l’ingresso ai cani ed ai padani!"
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