Di mattina ad Hangzhou

Sono abbastanza fortunato da vivere a 3 chilometri dall’ufficio, per andare e tornare posso fare a meno di auto o mezzi pubblici. Vado volentieri a piedi o con bici a noleggio che qui in Cina sono una meraviglia: per due euro al mese posso utilizzarle ogni volta che ne ho bisogno solo puntando al codice QR con il telefono. La mattina mi piace fare un paio di chilometri a piedi facendo vocalizzi per esercitarmi. Sì lo so, non suona molto normale, in effetti ogni tanto ricevo occhiate un poco sorprese dai passanti ma devo dire che la fauna locale offre diversi motivi di interesse oltre alla mia persona.

Prima di uscire dal compound spesso incontro una o più 阿姨 (ayì), le domestiche che quasi sempre trafelate si affrettano verso il loro lavoro con zainetti da cui sporgono manici assortiti, che sembrano una versione moderna dei guerrieri Ninjia, con lo stesso piglio da combattimento.

Uscito in strada quasi sempre trovo i vigilantes del centro commerciale di fronte in alta uniforme intenti a ordinare la selva di bici a noleggio che i soliti maleducati hanno piantato in ogni dove. Poi passata la scuola devo remare controcorrente contro un esercito di genitori o nonni che stanno accompagnando a scuola i pargoli a piedi, in bicicletta su motorini elettrici o su auto che vanno dalle minicar fino ai SUV: un orda di sciamannati che cercano di eliminarsi a vicenda, con me che rischio di diventare un danno collaterale. Mi meraviglia sempre vedere gli adulti, anche nonni traballanti, caricarsi dei bagagli scolastici per lasciare liberi i rampolli di cazzeggiare attorno liberi da qualunque impedimento.

All’incrocio con la strada principale c’è un vigile urbano, sempre lo stesso da diversi anni, che dirige il traffico con fare militaresco, che non risparmia agli incauti trasgressori reprimende verbali che diventano filippiche senza fine con il poveretto che si guarda attorno cercando qualcuno che lo aiuti a scappare. Fortunatamente io il cinese non lo capisco e la volta che ho attraversato in bici con il rosso l’ho visto visibilmente deluso cacciarmi via senza potermi assillare con uno dei suoi pipponi.

Dopo aver superato la fila di negozietti da cui vedo uscire quasi invariabilmente gli stessi anziani con le stesse verdure nel medesimo sacchetto, arrivo ad un incrocio dove trovo facilmente qualche bici da cui posso scegliere. Lo stato delle biciclette non è sempre dei migliori, e bisogna stare attenti nella scelta per non ritrovarsi con pedali o ruote storte o freni rotti. Il buono stato del mezzo è importante vista la lotta all’ultimo sangue che mi aspetta.

Le piste ciclabili cinesi specialmente al mattino diventano campi di battaglia dove schiere di bici, motorini e trabiccoli vari si sfidano senza esclusione di colpi. Si distinguono nella battaglia vari personaggi:

  • Nonno(a) a piedi: nonstante l’aria dimessa e l’andatura a rallentatore te lo ritrovi davanti quando meno te lo aspetti e ti costringe a manovre al limite per non schiantarti. Usano attraversare incroci di strade a sei o otto corsie in diagonale con andatura da bradipo costringendo le auto a numeri da circo e creando ingorghi mostruosi
  • Nonno(a) in bici: anche più pericoloso del suo omonimo appiedato perché oltre ad andare pianissimo sbanda da tutte le parti a tradimento per abbattere chiunque senta sopraggiungere.
  • Mamme bimbo-munite: su motorini dalle dimensioni minuscole trasportano uno o più pargoli seminascosti da coperte o tettucci vari. Dalla loro espressione capisci che sentono di essere investite da una missione messianica e che non lasceranno nulla di intentato per arrivare prima degli altri. Ai semafori fanno di tutto per sopravanzare la fila, di solito mettendosi in mezzo all’incrocio e intralciando quelli che vengono nell’altra direzione. Se vengono redarguite guardano il malnato con fare sprezzante e offeso, sicure che di lì a poco verrà giustamente incenerito dal loro dio.
  • Nettubino coscienzioso: con il suo carretto a pedali viaggia a velocità leggermente superiori ai nonni ma ha la particolarità di inchiodarsi a tradimento nei punti più impensati per raccogliere una cicca d sigaretta o una cartina svolazzante. Quando gli arrivi a ridosso corri sempre il pericolo di sfracellarti contro gli spigoli metallici del biroccio o se costretto a scartare di venire travolto dagli altri concorrenti che sopraggiungono in velocità.
  • Ragazzo delle consegne: i corrieri in Cina usano una miriade di rider con motorini elettrici per consegnare praticamente qualsiasi cosa. I motorini elettrici sono già di per se un pericolo per il fatto che sono silenziosissimi e ti sfrecciano a pochi centimetri di distanza facendoti rischiare una sincope, oppure sbandare per essere preda dell’altro che sopraggiunge. Nelle mani dei ragazzini delle consegne si trasformano in vere e proprie armi perché sono tutti truccati per raggiungere veocità folli e sono dotati di bauli per contenere le consegne dalle dimensioni spropositate. Agli incroci si infilano in spazi angusti per guadagnare qualche posizione cercando contemporaneamente di abbattere i concorrenti con il portapacchi.
  • Carpentieri e robivecchi: hanno in comune l’abitudine di caricare sul loro motorino o triciclo con cassone i più disparati materiali: attrezzi di dimensioni spropositate, bombole del gas, verghe di tubo o profilati di svariati metri con bordi affilatissimi, pezzi di ferro o legno con sporgenze appuntite fissati in meniera precaria che si spostano di qui e di là durante il tragitto. Nei primi anni che ero qui ricordo di aver visto un motorino elettrico con due frigoriferi, uno per parte: ancora oggi mi chiedo come facevano e rimanere attaccati.

Io di solito riesco a prevalere sia per le mie dimensioni che per le bestemmie in bergamasco con cui riesco abbastanza spesso a incutere timore a quanti si azzardano a intralciarmi. Una volta però durante una di queste tenzoni ho avuto la peggio con una mamma che scartandomi davanti mi ha preso la ruota in una discesa facendomi spiaccicare a pelle d’orso a discreta velocità: ne sono uscito con la faccia grattuggiata, il naso sanguinante a fontana e il mignolo fratturato. Per merito di questa cura oggi comunque al pianoforte riesco a prendere la decima.

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