Leggo con ritardo, ma non posso esimermi dal commentare, della sentenza al processo per la strage di Bhopal. Ventisei anni fa una lunga catena di errori e coscienti omissioni provocò in uno stabilimento della Union Carbide l’esplosione di un serbatoio da cui fuoriuscirono quarantadue tonnellate di isocianato di metile. Quindicimila persone morirono, oltre mezzo milione furono contaminate ed ancora oggi l’incidenza di feti deformi, cancro, diabete e altre malattie legate alla contaminazione è alta in una popolazione che vive già in condizioni miserabili.
Per questa strage otto persone, naturalmente tutte indiane, sono state condannate e due anni di carcere, e subito rilasciate, e al pagamento di poche migliaia di dollari. Si conclude con una grottesca farsa una tragedia che non ha eguali nella storia. Un ulteriore insulto ad una popolazione già segnata da una storia ingrata.
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