Da ormai quattro settimane lavoro quasi a tempo pieno per tentare di far passare attraverso la dogana russa un impianto chimico (circa cinquemila metri cubi di materiali) che abbiamo colà venduto.
Dopo avermi frantumato i maroni mi hanno praticamente costretto a spedirgli:
- una dichiarazione che le lampadine da 0,5 watt costano 0,3 euro l’una;
- una dichiarazione che 17 viti a testa esagonale servono per fissare a terra le pompe;
- una dichiarazione che i trasmettitori di pressione non contengono radiazioni ionizzanti;
- una dichiarazione che le schede analogiche di uscita sono componenti elettronici che servono per inviare segnali analogici, mentre le schede analogiche di entrata sono componenti elettronici che servono per ricevere segnali analogici;
oltre ad un’altra dozzina di dichiarazioni più o meno dello stesso tono. In alcuni momenti ho creduto seriamente di parlare con dei marziani.
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