Il computer a basso costo che dovrà permettere l’alfabetizzazione informatica nei paesi poveri sarà tra breve disponibile anche con il sistema operativo Windows XP. Molti, ovviamente Microsoft per prima, hanno salutato questo accordo come un progresso, in quanto “consentirebbe a studenti e insegnanti l’accesso ai vantaggi degli strumenti e delle soluzioni didattiche attualmente disponibili per Windows“. Io non credo che sarà veramente così, penso anzi che questo sia un ulteriore passo falso di questo progetto.
Questo progetto avrebbe dovuto avere due obiettivi principali, limitare l’uso di risorse per essere maggiormente accessibile e mirare all’emancipazione dei paesi poveri.
Non si capisce come si possa, con le stesse risorse, rendere disponibili due sistemi operativi senza in qualche modo limitare le possibilità della macchina, anche solo a livello di memoria di masssa. Ma, cosa più importante, un progetto open source poteva avere il valore aggiunto di dare l’opportunità di uno sviluppo locale del software. Come giustamente ha fatto notare Jeremy se rendi disponibile un computer con software open aumenti la possibilità che qualcuno dei destinatari voglia guardarci dentro e possa imparare e magari sviluppare nuove idee. Attraverso la condivisione delle conoscenze si genera altre conoscenze.
Il software proprietario per definizione non può essere analizzato e non sviluppa conoscenza, se non la conoscenza del software stesso, il che rende l’utente dipendente da chi questo software distribuisce. Microsoft ha già dichiarato che entro quest’anno interromperà lo sviluppo e la distribuzione di questo sistema operativo. Quando succederà nessun’altro potrà continuare a supportare questo software e gli utenti si troveranno tra le mani un apparecchio obsoleto.
Senza contare che i famosi “strumenti e soluzioni didattiche disponibili per Windows” sono comunque tutti commerciali, pensate quindi con lo scopo principale di far guadagnare chi le produce e nell’ottica di nazioni sviluppate, quindi potenzialmente inutili per le realtà dei paesi sottosviluppati.
Per quanto mi riguarda questa ultima mossa di Nicholas Negroponte mette la parola fine su un progetto che avrebbe potuto avere buoni sviluppi se gestito in modo veramente innovativo, ma che ha finito per essere guidato dalle solite logiche commerciali di aiuto interessato.
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