Questa splendida opera mi è capitata per le mani per caso, a casa di mio fratello e mi ha subito appassionato. Gli autori, senza sensazionalismi e con un linguaggio molto semplice spiegano come con azioni semplici e ragionevoli possiamo raggiungere quel Fattore 10 per il quale si propugna da anni l’omonimo club, e che consiste nel ridurre di dieci volte i consumi o, se si vuole, aumentare l’efficienza delle nostre attività di un fattore di dieci.
Immaginiamo che nel millesettecentocinquanta un membro del parlamento si alzasse dicendo che la produtività umana sarebbe cresciuta, nei successivi settanta anni, tanto che una sola persona avrebbe potuto fare il lavoro di duecento. L’avrebbero preso per scemo, o peggio. Immaginiamo la stessa scena oggi: un gruppo di esperti testimonia davanti al Congresso che nei prossimi settanta anni aumenteremo la produttività delle risorse di un fattore quattro, di un fattore sette, o perfino cento. La cosa risulta altrettanto impossibile da credere[…]
Eppure se seguiamo attentamente i ragionamenti di Paul Hawken e dei coniugi Lovins ci accorgiamo che la cosa è alla nostra portata, tanto che i governi di Austria, Olanda e Norvegia hanno dichiarato pubblicamente di adottare questi obiettivi, e l’Unione Europea ha scelto questo approccio come paradigma per lo sviluppo sostenibile. Il libro indica quattro concetti principali:
- Produttività delle risorse
- Bio imitazione
- Economia di flusso
- Investimenti nel capitale naturale
e li applica ai diversi campi dell’attività umana: nutrizione, commercio, costruzioni, mobilità, finanza ecc. Ne escono una serie di proposte per nulla rivoluzionarie ed alla portata di quelle organizzazioni o stati che veramente vogliono impegnarsi su questi temi.
[…]stime recenti quotano i servizi biologici forniti direttamente dalla natura ad almeno trentaseimila miliardi di dollari l’anno. È una cifra che si avvicina ai trentanovemila miliardi di dollari del prodotto lordo mondiale e una misura impressionante del valore del capitale naturale per l’economia. […]Si tratterebbe comunque di una stima modesta poichè il valora di qualcosa di cui non possiamo fare a meno per vivere e che non siamo in grado di rimpiazzare a nessun prezzo è senz’altro infinito.
Purtroppo poche persone sembrano avere questa consapevolezza, specialmente quando sono chiamate a prendere decisioni che avranno un peso decisivo nella vita del nostro pianeta.
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