Ritorno in Indonesia

Dopo 7 anni ritorniamo in Indonesia con un altro lavoro per lo stesso cliente. Trovo una situazione peggiorata sotto molti aspetti.

Il traffico è rimasto quello caotico e opprimente di prima, per andare da qualsiasi parte di giorno si deve passare ore in auto. L’altra volta ricordo che un giorno feci 3 riunione da un ora o poco più l’una e stetti in giro per 13 ore. Questa volta al ritorno da una visita per rifare i 100 chilometri fino a Giacarta ci abbiamo messo 5 ore e mezza. una disperazione.

La politica dei visti è cambiata radicalmente, specialmente per i visti di lavoro che sono diventati praticamente obbligatori per andare nelle zone produttive dell’azienda o su cantieri di costruzione. A quanto mi hanno detto se una persona fa la spia denunciando qualcuno viene pagato. Se non hai il visto in regola oltre alla multa rischi anche l’interdizione per vari anni. In compenso i visti costano una fortuna, fino a cifre superiori ai mille euro a persona, e sono complicatissimi da ottenere.

Altra brutta sorpresa sono stati i paletti alle importazioni che sono diventate un percorso a ostacoli. Anche se il cliente è responsabile della procedura, alla fine gli fanno passare la voglia di investire per nuovi impianti, che comunque in Indonesia nessuno produce. Come molte altre nazioni anche qui hanno introdotto delle “quote di localizzazione”. Succede praticamente che per legge una certa percentuale dell’impianto che acquisti deve essere prodotta localmente, nel nostro caso ci dicono almeno il 30%. Per ovviare alla cosa devono importare l’impianto un pezzo alla volta con licenze separate, costi elevati e procedure che alle volte abortiscono. Il nostro cliente ad esempio non è riuscito a importare i tubi non lavorati, che ha dovuto comperare localmente a più del doppio del prezzo cinese a cui acquistiamo noi. Ovviamente tubi Made in China, visto la scarsa qualità e quantità di quelli prodotti localmente.

La ciliegina sulla torta poi sono i gruppi criminali che sembrano più sfacciati di prima. Il nostro appaltatore ha subito minacce di ritorsioni contro i mezzi e il personale se non passava una mazzetta per ogni carico di merci che portava in cantiere. Il nostro cliente, che probabilmente ha un certo peso, è riuscito a far cessare la cosa dopo un pò, ma non sembra essere stato facile neanche per lui.

In conclusione anche da ste parti lo sviluppo del commercio sembra stia andando nella direzione sbagliata, creando sempre più barriere agli scambi e rischi rispetto a qualche anno fa.

Io tempo fa lamentavo le conseguenze negative sul nostro mondo del primato dell’economia sulla politica. Ora che la politica è tornata d avere un peso però la situazione non sembra migliorata, anzi si sta decisamente peggio.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *