Nelson Mattos, vicepresidente per l’ingegneria di Google per l’Europa, il Medio Oriente e Africa, ha scritto un articolo per l’Herald Tribune che, al di là della pubblicità per la sua squadra, sviluppa una serie di concetti basilari per chi vorrà competere nel Web 2.0. Ne riporto qui la traduzione integrale:
Una delle delle storie più importanti dell’innovazione tecnologica degli ultimi secoli avvenne senza annunci o fanfare. Nel milleottocentoundici, un decennio dopo che fu scaduto il brevetto di James Watt e il suo monopolio sul mercato della macchina a vapore finì, un gruppo di minatori si riunì per produrre una pubblicazione mensile, il Lean’s Engine Reporter, in cui comparivano le specifiche e i rapporti sulle performance dei motori a vapore utilizzati nelle miniere di piombo e di rame della Cornovaglia, in Inghilterra. Lo scopo della rivista era la promozione e la divulgazione delle buone tecniche, accendendo così la competizione e l’innovazione nel campo dei motori a vapore, che erano la linfa vitale delle miniere inglesi.
Il Lean’s Enginer Reporter e l’avanzamento tecnologico che alimentò ci insegnarono una lezione che stiamo apprendendo ancora oggi: l’innovazione aperta è meglio di quella chiusa. La tecnologia aperta, aperta nel senso che la tecnologia o la conoscenza sono disponibili per il pubblico utilizzo, incoraggia nuove idee, competizione, efficienza e innovazione. Il concetto può non essere immediato, ma la sua adozione ha come effetto l’abbassamento delle barriere all’entrata, aumenta l’efficienza e fa venire a galla le buone idee e la buona pratica, permettendo alle aziende di crescere, generare profitti e benefici per la società nel suo complesso.
Questa lezione è particolarmente importante in Europa. Anche se il Web fu creato qui, l’America ha guidato l’innovazione della prima generazione di Internet, non solo creando Google, ma anche altri apripista come Yahoo, Facebook, Amazon e eBay. Se l’Europa vuole diventare la casa della prossima generazione di giganti del Web, deve mantenere Internet aperta. Per fare questo deve tracciare un corso che favorisca standard software aperti piuttosto che quelli proprietari e chiusi, assicurando una sufficiente salvaguardia dei diritti di accesso del consumatore a Internet, e permettendo a innovatori di utilizzare i materiali protetti da copyright, modificandoli per ottenere nuovi prodotti.
Il Web ha prosperato perchè e stato costruito con un modello aperto. Pensate alle vostre prime esperienze con Internet. Probabilmente avete usato un fornitore di servizi online che aveva giochi o chatrooms o articoli sul suo portale. Talvolta c’erano collegamenti che vi portavano fuori dal portale in un untamed World Wide Web con iol suo caotico jumble di contenuti.
Pur essendo il Web disorganizzato, gli standard su cui era costruito erano disponibili a tutti, ed erano infatti sviluppati dalla stessa comunità Web. Nessuna autorità imponeva cosa poteva o non poteva apparire là. Alcune cose che comparivano sul Web erano di poco valore, ma gli utenti sono in grado di scegliere da soli dove navigare e che cosa vedere.
Fuori dalla mischia crebbe la domanda di migliori contenuti. Contenuti migliori portarono un maggior numero di persone sul Web, il che creò più domanda di innovazione. Infine, la gente chiese un accesso diretto a questa Web aperto.
Oggi quell’apertura si estende al di là di una semplice questione di accesso diretto ai contenuti Web. In termini più semplici, l’odierno Web è una rete molto diffusa dove tutti possono condividere le informazioni, integrare e innovare senza limite, e poi rendere il loro lavoro accessibile attraverso potente strumenti Web come i browser open source.
Non parliamo di bizzarre comunità di nicchia che costruiscono strumenti mai utilizzati dalla persona media. Al contrario parliamo di sviluppatori che costruiscono le vostre applicazioni Facebook o il vostro servizio chat. Parliamo di browsers open source come Mozilla Firefox o Google Chrome.
Perché questa apertura è così importante? Non è semplicemente una questione di filosofia, di credere che la trasparenza e la condivisione delle informazioni è a una cosa giusta.
In primo luogo, l’apertura favorisce l’innovazione. In un Web aperto, non ci sono contratti da firmare o pagamenti da effettuare. Una piattaforma aperta abbassa le barriere all’ingresso per gli utenti, i proprietari dei siti Web, e gli sviluppatori di applicazioni. In un Web aperto un altro Google, o un altro Facebook possono nascere dal garage di qualcuno con pochi capitali.
In secondo luogo riduce le inefficienze. In passato, gli sviluppatori hanno sprecato tempo e risorse web per scrivere codice che fornisse funzioni di base comuni alla maggior parte dei siti Web, come una pagina di registrazione. Oggi, grazie a iniziative aperte di condivisione del codice, gli sviluppatori non hanno bisogno di perdere tempo a reinventare la ruota. Essi possono prendere codice testato e validato e includerlo nel loro programma. Inoltre, man mano che la condivisione del codice cresce, le soluzioni meno efficaci vengono eliminate in favore di modelli più robusti.
In terzo luogo vi è una motivazione economica. Anche se può sembrare illogico distribuire qualcosa gratuitamente, la conseguente popolarità e l’innovazione finisce per dare i suoi frutti. Prendete ad esempio le reti sociali. Facebook iniziato con alcune buone e utili applicazioni, ma una volta aperta la sua piattaforma agli sviluppatori esterni, il numero di aumentò fino a decine di migliaia. Oggi vengono create oltre 140 nuove applicazioni ogni giorno.
Facebook ha potuto beneficiare di un prodotto migliore lasciandolo costruire agli altri; gli sviluppatori hanno beneficiato di una piattaforma su cui costruire senza doverla creare o pagare.
Ma si può fare anche di più: anziché aprire solo una piattaforma, potremo aprire le reti sociali tra di loro. Questa è l’idea che sta dietro a OpenSocial, che fu creata da Google ed è ora gestita dalla OpenSocial Foundation. Si tratta di una piattaforma aperta che consente agli sviluppatori di costruire applicazioni Web che possono essere condivise attraverso le reti sociali, da Orkut a Facebook a Bebo.
L’ultimo argomento in favore dell’apertura è il fatto che promuove una maggiore libertà di scelta degli utenti. Così come la macchina a vapore secoli fa vide una accelerazione dell’innovazione quando un maggior numero di innovatori furono in concorrenza sul mercato, allo stesso modo il Web potrà prosperare se sarà data maggiore scelta agli utenti, liberi di scegliere e di spostarsi tra le migliori applicazioni e software, piuttosto che essere bloccati in una scelta.
A Google crediamo nell’apertura perché è il cuore del successo del Web. L’apertura non è solo buona per Google. E ‘buona anche per lo sviluppatore di Mosca, che raggiunge migliaia di persone con le sue applicazioni, per il proprietario della piccola impresa di Siviglia, che utilizza una applicazione geografica aperta per mostrare i suoi clienti come trovarlo e per la persona di Lille o di Lubiana scopre di avere più informazioni a portata di mano che mai prima d’ora.
Nelson Mattos, 11 Dicembre 2008
Lascia un commento