Ha fatto rumore in questi giorni la notizia che alcune scuole statunitensi hanno messo al bando Wikipedia. Questo fatto sembra in relazione con la diatriba, di sessantottiana memoria, sulla presunta o pretesa verginità politica del sapere.
Il motivo della drastica decisione deriva da errori riscontrati in alcune voci dell’enciclopedia. Errori che sembrerebbero però non di carattere tecnico, ma più di tipo politico: frasi inneggianti alla superiorità della razza bianca ed una sottovalutazione delle perdite statunitensi nella guerra del Vietnam.
Questa condanna presuppone una pretesa di neutralità del sapere rispetto ai conflitti politici e sociali che non riscontriamo in alcuno dei media, fossero anche fonti riconosciute come autorevoli. Provate a consultare la Treccani con un atteggiamento critico e scoverete senz’altro prese di parte, con la differenza che non saranno così platealmente smascherabili come le maldestre menzogne inserite in Wikipedia.
“Tutto è politico” gridavano gli studenti negli anni settanta, rifiutando la presunta neutralità del sapere che veniva offerto a loro nelle università. Sfido quelle stesse scuole che hanno bandito Wikipedia a dimostrare che i loro libri di testo sono sempre imparziali. Wikipedia è una fonte e, come ben sanno specialmente coloro che frequentano la rete, le fonti vanno sempre verificate.
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