Il nuovo Re Mida (il tronchetto dell’infelicità per dirla alla Beppe Grillo), il tanto osannato sacerdote della "niu economi" è alla fine sceso dal piedestallo su cui tanti lo avevano posto, e ora si trova a dover fare i conti con i problemi di noi comuni mortali.
I grandi media si sono finalmente accorti di quanto in rete si andava dicendo da tempo, che la Telecom stava rotolando per una china già percorsa da altri gruppi italiani: indebitamenti mostruosi coperti con i soldi dell’azionariato comune o da "pantalone", che poi saremo noi nei panni di uno stato sempre pronto a farsi tappetino per il bottegaio di turno.
Eppure qualcuno, anche di fronte all’evidenza, insiste a giustificare quello che il buon senso liquiderebbe con un "se sò fregati tutto", e qualcun’altro pensa anche di sapere il motivo di ciò.
La borsa hanno cominciato a svuotarla fin dal primo momento, ma allora come oggi solo inaffidabili blogger erano disposti a criticare.
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