Cose polverose, sabbia dappertutto, e immondizia tanta. Gli eredi dei faraoni non tengono certo molto pulita la casa dei padri. La periferia del Cairo è una distesa di condomini-scatolone senza intonaco e con i ferri del cemento armato che spuntano dalla sommità. Ed in mezzo alle case, strade in terra battuta e spiazzi che paiono discariche.
Sulla strada tra il Cairo e Alessandria negli ultimi anni sono nati giardini dal deserto. Io ero venuto nel novantotto, ed ora il cambiamento è impressionante: ai lati della Desert Road andando verso Sadat City prima c’era solo sabbia, ora una successione di frutteti e piantagioni di vario genere ti sorride da ambo i lati.
L’autista dice che Mubarak, nonostante abbia vinto le ultime elezioni, è appoggiato al massimo dal 20% della popolazione. Molti ancora ricordano Sadat.
Oggi è l’anniversario della Guerra del Kippur. Alla televisione è un susseguirsi di immagini delle gloriose armate egiziane e di simulazioni fatte al computer che paiono tratte da un videogioco scadente. Il tutto intervallato da immagini di Mubarak in tenuta miltare.
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