Corsi e ricorsi

Strani ricorsi alle volte avvengono, forse non tanto casuali. La ditta per cui lavoro potrebbe subire per la seconda volta danni finanziari a causa dallo stesso “inceneritore miracoloso” o termovalorizzatore, come si dice oggi. La storia ha inizio una decina di anni fa, quando decidemmo di vendere un impianto alla Thermoselect, una ditta svizzera, e termina in questi giorni con il sequestro dell’impianto di Malagrotta, dove avrebbe dovuto partire un’altro nostro impianto e dove, guarda caso, si stava avviando un’altro termovalorizzatore con processo Thermoselect.

La Thermoselect in realtà sin dai primi anni novanta ebbe problemi in Italia per aver condotto un impianto sperimentale senza i permessi necessari, un prototipo che doveva effettuare la pirolisi e successiva gassificazione dei rifiuti con un processo inventato da Siemens e poi abbandonato perchè troppo oneroso e pericoloso.

Forte dell’esperienza maturata in Italia, dove le malelingue dicono che rubassero i rifiuti per strada per far funzionare l’impianto abusivo, la ditta apre una sede in Svizzera e inizia la vendita di questi impianti miracolosi, dove in linea teorica si potrebbe incenerire qualsiasi cosa e ricavarne un gas di sintesi buono per processi chimici o per produrre corrente con turbogas, e materiale inerte per costruzioni. Come dire un novello Re Mida, che trasforma la merda in oro.

Voci maligne sostenevano che il big boss Günter Kiss fosse legato al magnate televisivo Ruper Murdoch, con cui condivideva interessi che preferì non divulgare. il mio personale ricordo del personaggio risale al millenocecentonovantanove quando, durante l’avviamento dell’impianto di Karlshrue, vidi stendere all’esterno dell’impianto tappeti di prato inglese fatti arrivare da lui nottetempo in elicottero per migliorare l’estetica, che mi dicevano essere un suo chiodo fisso.

Due impianti Thermoslect vengono avviati con successo in Giappone, ma i soliti maldicenti sostengono che sono installati all’interno di aree industrializzate fortemente inquinate, e i regolamenti locali ammettono emssioni inquinanti impensabili in europa.

E difatti il primo impianto europeo, avviato a Karlshrue nel millenocecentonovantanove,  qualche problema ce l’ha e dopo varie vicissitudini e incidenti viene definitivamente chiuso nel duemilaquattro. La pubblicità negativa dei problemi di Karlshrue provocò l’interruzione dei lavori dell’iceneritore di Ansbach dove, durante l’inverno di quel millenocecentonovantanove, io diressi l’installazione del nostro impianto.

Di quel lavoro ricordo il freddo polare (meno venticinque!) e l’ostilità della popolazione locale, la quale era contraria sia all’inceneritore, sia alla presenza di circa trecento italiani, tra cui il sottoscritto, che “rubavano” il lavoro ai locali, ovviamente con paghe nettamente inferiori. Praticamente eravamo i loro cinesi!. Ricordo anche la delusione, quando venimmo a sapere che l’impianto sarebbe stato destinato ad arrugginire sul posto perchè i restanti lavori furono bloccati.

Da quel progetto la nostra ditta ne uscì con perdite miliardarie, che cercò più volte di recuperare negli anni seguenti senza successo. Dopo diversi processi per i disastri causati io ero oramai convinto che la Thermoselect fosse scomparsa, ma alcune voci che raccolsi casualmente pochi mesi orsono mi fecero ricredere: erano ancora vivi.

Da più di un anno sentivo il mio collega lamentarsi continuamente di un progetto, a causa dei comportamenti un poco naif del cliente. Praticamente durante l’installazione tutte le normative sulla sicurezza dei cantieri erano state bellamente dimenticate, ed i termini stessi del contratto con noi erano continuamente messi in discussione da un personaggio che si comportava come un dio in terra a cui tutto è dovuto.

Il nostro impianto questa volta è all’interno del gassificatore di Malagrotta, assurto recentemente agli onori delle cronache, e dopo il recente sequestro immagino che qualche problema ad incassare i soldi lo avremo di sicuro. Potete immaginarvi la mia sorpresa quando lessi sul Manifesto che il processo utilizzato era lo stesso utilizzato in Germania, cosa poi ribadita anche dal servizio di Report.

Che dire, ce lo siamo voluto? Io penso proprio di sì, la mia ditta, la regione Lazio e l’Italia intera sembra proprio siano accomunati da una congenita incapacità ad imparare dagli sbagli, propri ed altrui.

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