Sono rimasto veramente di sale leggendo questo post, e ancora più perplesso sono rimasto leggendo la serie di e-mail che coraggiosamente il Direttore di Repubblica ha pubblicato nell’edizione on-line. A chi chiede se sia valsa la pena di spendere soldi di noi contribuenti per l’operazione Mastrogiacomo, se sia valsa la pena di liberare dei capi militari che metteranno a repentaglio la vita dei nostri militari, se sia valsa la pena di pagare un (presumibile) riscatto io rispondo : "Si ne è valsa la pena!"
Hanno fatto bene a "buttare i soldi dei contribuenti" a questo modo, e vorrei che gli ottocentocinquantamila euro al giorno che paghiamo per la nostra missione militare in Afghanistan fossero tutti spesi per cause come questa, piuttosto che per azioni militari dalla finalità dubbia.
"Sapeva dove stava andando e se l’è andata a cercare!" "Ci è voluto andare per quel cxxxo di Pulitzer e per i soldi che gli danno!" Così hanno scritto alcuni cuor di leone. A questi cinici signori dico che in un mondo dove l’informazione è sempre più addomesticata dalla lobby di turno, nel mondo dei giornalisti embedded, dei giornali tutti uguali fatti copiando e ricopiando le stesse veline passate direttamente dai militari, ogni giornalista che abbia il coraggio, fosse anche per un cxxxo di Pulitzer o per soldi, di andare a vedere le cose con i propri occhi e poi ritorni a raccontarmelo avrà sempre tutto il mio sostegno e la mia ammirazione, e non saranno mai abbastanza i soldi spesi per mantenere queste voci, che sono oggi una delle poche garanzie di libertà
Purtroppo in questo mondo sempre meno civile i rappresentanti della stampa, che una volta godevano di una qualche immunità, sono diventati sempre più spesso dei facili obiettivi, specialmente quelli indipendenti che stanno al di fuori dell’ala protettrice dei signori della guerra.
L’unica considerazione amara che mi sento di condividere in questo coro di critiche è che Daniele, non certo per colpa sua, è un privilegiato. Lo stesso impegno e gli stessi mezzi non vengono certo messi a disposizione dei molti altri giornalisti che ogni giorno vengono rapiti e ammazzati, come il povero Will Bradley per i quali i grandi media non hanno speso una parola. E stride il fatto che nella gioia generale nessuno, o molto pochi, abbiano ricordato l’autista sgozzato o il traduttore sparito nelle ore del rilascio.
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