Oggi leggo su Il Manifesto una differente interpretazione che mi ha fatto pensare. Il fatto è che con tutto questo casino e agitar di forche verso chi usa il proprio potere per rubare agli altri mi fa sempre dimenticare un fatto fondamentale: che le carceri, tutte le carceri, sono sbagliate per chiuque.
E lo sono ancor di più perchè colpiscono sempre i più deboli, mentre i più forti, che raramente vi finiscono, ne escono sempre più belli e profumati di prima. E quindi un’indulto serve anche a ribadire che non è rinchiudendo il corpo che si risolve il problema, ma isolando il colpevole attraverso pene che intacchino realmente il suo potere.
E quindi devo dire che ancora una volta, così come ai tempi di tangentopoli e molte altre volte, Di Pietro è riuscito a risvegliare la nostra voglia di una giustizia spettacolo. E pensare che proprio per questo motivo avevo imparato a diffidare di lui. Purtoppo il tempo ci fa dimenticare molte cose importanti; meno male che c’è qualcuno che ce lo ricorda, alle volte.
PS: ma era proprio così complicato per i nostri nuovi dirigenti tentare una spiegazione così?
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