Questo interessante articolo mi ha spinto a ripensare seriamente a quanto è successo domenica e lunedì. Più me lo riguardo e più mi sembra un cambiamento epocale, per diverse ragioni.
Quello di cui molti si lamentavano negli ultimi anni era l’ingovernabilità del paese. Davano la colpa al Mattarellum, al Porcellum, al potere mediatico di Berlusconi, a tutto tranne che a loro stessi. Ora è chiaro che erano tutte stupidaggini, nessun Porcellum può opporsi al volere delle persone quando si esprimono ed ora, dopo un decennio di riflessione, si sono espresse in maniera chiarissima, il governo del paese è garantito per i prossimi cinque anni e anche oltre.
E’ sparita una classe politica, quella che ha fatto l’Italia che conosciamo oggi: i fascisti, i comunisti e financo i cattolici. Bertinotti e Mussi hanno perso, Fini è in un angolo e Casini molto ridimensionato. Ho sentito qualcuno definire quest’ultimo il nuovo ago della bilancia, ma si sbagliano. Se le dinamiche sono confermate non conterà nulla, quindi anche l’influenza del Vaticano nella politica italiana viene marginalizzata.
E’ definitivamente passata la personalizzazione della politica: destra e sinistra sono sostituite da Berlusconi e Veltroni. Vuol dire prima di tutto fine delle pretese di coerenza di una parte: è sufficiente cambiare leader et voilà, potrai saltare di palo in frasca, dire tutto e il contrario di tutto, e sarà tutto perfettamente logico.
Questo permette inoltre all’elettore una straordinaria operazione catartica: la politica esce da noi, non sarà più (non lo è più da tempo) una questione di destra e sinistra sociale, di interessi di una parte contro l’altra, noi non rischiamo più niente (almeno così crediamo). Chi vince o chi perde sta nel Palazzo, ha un nome ed un volto ben definiti, e il loro sacrificio servirà a placare gli dei, così noi saremo salvi.
La parola d’ordine delle analisi elettorali è “definitiva polarizzazione“: cosa significa esattamente? Non esistono più i nanetti, due grandi schieramenti si dividono tutto, e se vuoi qualcosa di lì devi passare. È la politica delle lobby: chi pesa di più vince. Per smuovere l’ago della bilancia devi farti gruppo di pressione, devi riunire la tua corporazione per tentare la spallata al gigante. Significa che chi conta di meno ha sempre meno possibilità di farsi sentire, mentre i potentati economici, le Corporation, hanno sempre più possibilità di manovrare le leve del potere.
Ha stravinto la Lega, e anche l’Italia dei Valori può giustamente essere soddisfatta. A mio modo di vedere questo sottolinea ai due schieramenti quali sono i temi importanti per l’Italia: più soldi in tasca e meno rompiballe in giro. Solidarietà, sostenibilità, aiuto ai più deboli, risparmio energetico sono tutti argomenti che alla maggioranza non interessano, non ne vedono l’utilità. La priorità deve essere abbassare le tasse per permettermi di mantenere il mio SUV senza rinunciare alla boutique ed al ristorante, e i (pochi) soldi delle mie tasse devono essere impiegati per mantenere i poveri fuori dalla mia vista.
La conclusione è quindi che ora tutto sembra terribilmente più chiaro: facciamo parte del 20% ricco del mondo e vogliamo continuare ad esserlo, costi quel che costi. E se questo significasse vendere l’anima al diavolo ben venga, tanto coi nostri soldi sicuramente riusciremo a comprare anche lui.
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