La padella e la brace

La lettura dell’articolo di Gianluca, che condivido quasi interamente, mi suggerisce alcune riflessioni. Innanzitutto mi conferma che il rag. Giulio, nonostante abbia girato il mondo, è ancora convinto che fuori dall’Italia vi siano solo dei bingo bongo pronti a comperare i suoi specchietti. Il giorno che dovrà pregare i banchieri cinesi o indiani per un prestito sarà un brutto risveglio per lui (e purtroppo anche per noi).

Sempre il ragioniere di cui sopra, assieme ad altri luminari tra i quali il prof. Rossi campione della nostra sinistra, pensano che l’esclusiva sulla fuffa dei derivati finanziari ci manterrà (noi occidente crisitano) al timone dell’economia mondiale, senza capire che solo riequilibrando in maniera poco traumatica l’utilizzo delle risorse a favore delle nazioni povere potremo dimostrare il nostro ruolo di nazioni avanzate.

Infine mi rendo conto che il citato Rossi, che paragona Tremonti a Stiglitz e cita Schumpeter a vanvera, non è in realtà molto diverso dal buon Giulio. Considerando che, in caso di vittoria della sinistra, avremo corso il rischio di averlo al governo mi chiedo cosa sia preferibile: un baluba che ci è dichiaratamente contrapposto o un alleato che ci trascina nel baratro?

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