Jimmi

Sono Roberto Franceschini, nato a Bergamo il ventinove maggio millenovecentosessantuno. La Storia vi descrive a grandi linee la prima parte della mia vita.

Ho un background tecnico, e nella vita ho fatto un pò di tutto: barista, operaio meccanico, elettricista, verniciatore, tecnico di condizionamento, ufficiale di macchina su petroliere, conduttore di caldaie, esperto di macchine rotanti, preventivista di scambiatori di calore nel settore energia e petrolchimico, disegnatore progettista, capo cantiere, responsabile di progetto per impianti chimici di processo e molto altro.

Lavoro per la stessa azienda da ormai da troppi anni e, se devo dire la verità, la cosa mi rende un pò nervosetto. Quindi, per cercare di dare una mossa alle cose, sono ritornato a scuola, e a settembre del duemilasette mi sono laureato in ingegneria gestionale.

Dal duemilaquindici sono stabilmente residente in Cina per la nuova branch dell’azienda, dove ho aiutato a farla nascere e diretto diversi reparti, oltre a essere il reponsabile operativo. Ora mi piace definirmi come Mr. Wolf: quello che risolve i problemi.

Tra una cosa e l’altra ho studiato anche pianoforte e chitarra, per più di dieci anni. Dopo aver abbandonato la pratica musicale per più di quindici anni al mio arrivo in Cina ho rimesso le mani sul piano e iniziato anche a prendere lezioni di canto. Ora fracasso allegramente le orecchie al prossimo con esecuzioni che mi danno un grande piacere.

Ho avuto anche il mio periodo informatico. Nel millenovecentoottantanove ho comprato, per la bella cifra di un milione di lire, un computer Olivetti M240, con processore Intel 8086 a 8Mhz, 512Kb di RAM, disco fisso da 20MB, floppy da 4,25″ e DOS 3.2. Nel millenovecentonovantacinque ho incontrato Linux ed è stato subito amore. Da allora ho passato sempre più tempo attaccato alla alle varie scatolette che ho costruito o recuperato nel corso degli anni, su una delle quali ha girato per molti anni questo Blog. Oggi la passione si è un poco assopita, ma ancora la tecnologia è capace di irretirmi facendomi sperperare denaro per un montagna di inutili aggeggi che si accumulano in casa.

Un’altra cosa che ha tuttora una posizione di primo piano nella mia vita è la lettura. Mi definirei un lettore compulsivo, leggo di tutto; ricordo un periodo in cui non avevo libri tra le mani e mi ero messo a leggere il Postal Market. Ero un assiduo frequentatore della bilbioteca locale fino a 18 anni, quando cominciai a girare il mondo; sei anni dopo mi sono ritrovato a passare di lì e il bibliotecario, che si ricordava di me, mi ha mostrato come, a distanza di tanti anni, fossi ancora la persona che aveva preso in prestito più libri di chiunque altro.

Alle volte inizio a fotografare e non mi fermo più, cerco di suscitare emozioni con le immagini, ma non sono proprio sicuro che saranno le emozioni che penso io.

Nel tempo libero ho trovato anche il modo di sposarmi e crescere una figlia, oggi trentacinquenne. Non so esattamente come, ma l’ho fatto, e la figlia sembra essere una buonissima ragazza, contenta del mondo (buon per lei!). Dal padre non ha preso l’esuberanza ribelle che mi portò ad abbandonare casa a diciotto anni, anzi sembra fin troppo responsabile. Le ho comunque trasmesso la cocciutaggine nel perseguire gli obiettivi, e mi sembra abbastanza.

Col tempo quella che è stata la prima compagna della mia vita ha deciso che voleva cambiare e mi ha piantato. Ho trovato un’altra donna migliore della prima con la quale vivo oramai da quindici anni. Mi ha sposato e poi seguito e supportato in Cina e mi ha anche portato in regalo altre due figlie di cui essere orgoglioso.