Un prete di montagna
Recentemente sono venuto in possesso di una raccolta fotografica appartenuta al parroco di Mezzoldo. Per lo meno questo è quello che mi hanno detto quando ho chiesto cosa conteneva quel sacchetto di carta dall’aria alquanto antica appoggiato sul tavolo. Incuriosito mi sono messo ad esaminare il contenuto, mosso dall’ interesse per tutto ciò che sà di storia, anche con la “s” minuscola, e subito è nato il desiderio di appropriarmene, anche solo in formato digitale. Detto e fatto: dopo poco ero già intento a scansire le circa 200 foto che componevano la raccolta.Dai pochi indizi contenuti nelle foto ho potuto capire che le più antiche dovrebbero risalire a prima dell’ultima guerra, mentre quelle più recenti dovrebbero essere datate nei primi anni sessanta, e la maggior parte di loro dovevano essere dei “provini”, anche se di buona qualità. Niente di artistico comunque, anzi molti scatti sono evidentemente stati eseguiti con mano maldestra, ma man mano che scorrevo le foto mi accorgevo che una storia cominciava a dipanarsi davanti a me; non ho mai conosciuto quest’uomo, nemmeno da racconti o chiacchiere di conoscenti, quindi di pura invenzione si tratta, tuttavia quanto ho visto mi è piaciuto e vorrei raccontarlo.E’ la storia di un parroco di montagna, come ce n’erano tanti, che penso avrei stimato, se avessi potuto conoscerlo. Una storia in cui spiccano sei protagonisti che devono aver riempito la vita di quest’uomo, una vita semplice, ma a suo modo avventurosa: una vita da navigatore di anime.